da Vittorio Grondona
Di solito non riesco a leggere interamente un’intervista, dopo un po’ mi sembra di intuirne il resto e pianto lì. Quella a Giano Accame, di cui non conoscevo assolutamente nulla, l’ho invece letta fino alla fine e questo, per quanto mi riguarda, è un grosso complimento per l’intervistatore. Mi hanno interessato la malinconia e la grossa delusione per la sconfitta che, prepotenti, emergono dalle risposte rassegnate di Accame. Com’è possibile che un regime infame come quello fascista ancora oggi procuri fascino anziché sentimenti di rimorso? Qualunque ne sia il motivo, la cosa mi rattrista molto. Su Fini, Gasparri, La Russa… e Vespa, sono invece d’accordo con lui.
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