da Lina Arena
Il magistrato accolto e acculturato sa che non occorre scioperare per eludere direttive ed ordini di scuderia. Sa che il suo ” potere ” ( in senso stretto) si esercita interpretando la legge sulla base di canoni particolari che gli consentono di stravolgerne il significato. Un caso eclatante si è verificato a proposito della legge urbanistica , definita legge “ponte”. Nell’incertezza interpretativa di un’applicazione immediata dell’art. 17 lett.c sulle distanze tra gli edifici oppure dopo il decorso di un anno dall’entrata in vigore della legge, la magistratura d’assalto ( quella acculturata con la versione del sinistrese) optò per l’applicazione immediata con notevole disagio per i contrasti giurisprudenziali che si provocarono.(…) Altro caso clamoroso di interpretazione rivoluzionaria è quello della configurazione giurisprudenziale del reato di associazione mafiosa esterna. Si tratta di casi gravissimi che traducono il potere eversivo realizzato attraverso l’interpretazione e l’applicazione delle leggi.
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