da Luigi Castaldi, Napoli
Quella vignetta di Forattini sulle foibe fa vomitare il signor Pino Granata: passi, ciascuno prenda per se stesso ogni libertà di solluccheri e nausee. Ma, di grazia, in che modo quella vignetta fa del suo autore un “sicario del potere”? E’ vero, sempre più spesso la satira di Forattini è fosca e truce; sempre più spesso la sua matita riassume in un solo sbrigativo grafema un luogo comune che può essere fastidioso quanto quello simmetrico e opposto che attacca; sempre più spesso mostra d’aver perso l’andata leggerezza dello sberleffo che fu trasognato, a volte, e perfino lirico, in altre. Ma dov’è il “sicario del potere” in quella vignetta che, in molto grossolano modo, chiama a correi d’una strage i complici morali e gli archiviatori giudiziarii? Si può circostanziare l’accusa o si vomita per vomitare?
Nessun commento.
Commenti chiusi.