Mi telefona Gian Antonio Stella. E’ da queste parti e stasera presenterà il suo spettacolo alla Festa dell?Unità sulla Neve. Il suo spettacolo è un misto di presentazione di foto, bellissime, di commenti e di canzoni sul tema dell’emigrazione italiana eseguite dal gruppo di Gualtiero Bertelli, La compagnia delle acque. Il tutto ispirato al libro di Gian Antonio, L’Orda, che ormai si avvia alle centomila copie. Lo spettacolo è molto bello e a tratti anche commovente. Uno spettacolo che dovrebbe far parte dei programmi scolastici (come il suo libro dovrebbe essere adottato nelle scuole). La storia dei nostri nonni che andavano come pezzenti a cercare fortuna in nazioni più accoglienti, trascinandosi dietro figli e povertà è sconosciuta e tale rimarrebbe se non ci fosse stato Stella. Il libro di Stella dovrebbe essere obbligatorio soprattutto nelle scuole del grande nord est dove maggiore è l’intolleranza verso i poveri e verso la gente di colore che “viene a rubare il lavoro agli italiani”. Qualsiasi leghista onesto intellettualmente (ce ne sono?) dovrebbe obbligarsi a leggerlo prima di aprire bocca. “Quando gli albanesi eravamo noi”, recita il sottotitolo del libro. Ma – sento già le voci – questi sono delinquenti, sono violenti. Spiega Stella: “Anche gli italiani lo erano, vendevano i loro bambini, rubavano e facevano di tutto”. Non è un problema di cultura, di istinto, di nascita. E’ un problema di povertà. L’onestà è un lusso che la povera gente non si può permettere sotto un certo limite. (csf)
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