da Paolo Zanoni (Santa Tecla, dep. La Libertad, El Salvador)
Ho letto la newsletter titolata “Quando gli albanesi eravamo noi”. Non avendolo letto le mie considerazioni sono rivolte alle parole e concetti espressi nella detta newsletter. La povertà sarebbe motivo che portò gli italiani che fuggirono alla miseria patria a compiere nei paesi che gli ospitavano cose disdicevoli, persino “vendere i bambini”.Sono stato in comunità italiane(anche la maggioranza hanno origini venete, friulane, piemontesi etc) dell’ America Latina, in particolare nel Rio Grande Do Sul (Brasile) e Montevideo(Uruguay). Tra le tante ricerche e ricostruzioni che hanno svolto sulle loro origini hanno scartabellato anche tra gli elenchi di condannati, carcerati, accusati di delitti penali. Le presenze dei loro avi risultarono molto, molto scarse.Le varie amministrazioni locali riconobbero nel tempo il valore del loro lavoro e della loro onestà.Purtoppo la stessa storia non si verificò negli Stati Uniti. A Little Italy, per esempio.A causa della forte antipatia per i cittadini picchiatori, razzisti e ignoranti( per fortuna non anche scansa fatiche) del Nord-Est sarebbe ingiusto che un veneto di Caxias(Brasile) si sentisse considerato discendente di un’ Orda di poveri che anzichè dignitosi furono criminali. Poi sarebbe bello fargli vedere e leggere le attività svolte dagli albanesi e dirgli poi che suo nonno era uguale a loro.
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