da Peter Freeman
Caro Csf, mi sa che l’indignazione, nobile sentimento, questa volta ci azzecca poco. E’ vero, la festa per i dieci anni di Forza Italia e relativa scesa in campo del sovrumano Silvio B. ce l’hanno proposta in tutte le salse, la par condicio e’ andata a farsi benedire, il Tg1 manifesta (finalmente) forte disagio, il sovrumano Silvio B ne ha dette di tutti i colori, don Gianni BB – sempre piu’ simile ad un sinistro batrace – ha superato se stesso. Un po’ mi sono assuefatto. Osservando lo spettacolino mi dico: “Nulla di nuovo, abbiamo gia’ visto”. Poi aggiungo: “In che cazzo di Paese mi trovo a vivere”. Insomma, quello e’ il capo del governo che io non ho votato e che tuttavia dovrebbe rivolgersi al Paese con altre parole, altri toni, altro senso della misura. E’ chiaro che ne’ Chirac ne’ Aznar, tanto per restare alla destra europea, si sognerebbero mai una cosa del genere. Ma questa e’ l’Italia e toccherebbe addentrarsi in una lunga ed estenuante analisi sul ventre molle del Paese, sulle sue pulsioni profonde, eccetera eccetera. Non lo faro’. La kermesse televisiva me la sono vista a spizzichi e bocconi. Il meglio, credo, lo ha dato Canale 5 con lo speciale di Parlamento In diretto da Piero Vigorelli i cui commenti e le cui chiose hanno dato un senso al tutto. “Ricordate che cos’era l’Italia nel 1994…” ha spiegato Vigorelli, “c’era il terrorismo e il partito comunista si preparava a prendere il potere”. Fantastico: il terrorismo, che nel 1994 non c’era e se c’era dormiva, e il partito comunista, che dalla Bolognina (1989) non esisteva piu’. Gia’, Vigorelli, Piero Vigorelli. Costui e’ un genio. Me lo ricordo a Raidue, quando conduceva una terrificante trasmissione pomeridiana, roba forte del genere: “Lo sapevate…?”. E mi ricordo una chicca che sfodero’ in una puntata (1992? 1993?). Incipit clamoroso: “Vi ricordate il 1929? Il crollo di Wall Street e la crisi economica? E c’era quel signore con il pizzetto che si chiamava Vladimir Lenin che invocava: ‘Proletari di tutto il mondo unitevi’…”. Insomma, Vladimir Iliic era morto nel gennaio del 1924, e la frase sul proletariato era di Marx, chiudeva il “Manifesto del partito comunista”. A Blob quel Vigorelli ce lo siamo tenuti in videoteca come un cult. Ovvio che nessuno allora, alla Rai, si senti’ in dovere di spedire il conduttore ad un corso accelerato di storia contemporanea. Figuriamoci oggi.
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