di Emanuele Macaluso (Il Riformista)
Fine dell’allarme: il complotto è stato sventato. Avevamo ripreso dal “Giornale” la notizia dell’esistenza di un complotto per fare cadere il governo Berlusconi. E, a questo fine, la sinistra aveva collocato un cavallo di Troia nella Casa delle libertà. Oggi sappiamo che nel suo ventre c’era solo il senatore Schifani. A “Repubblica” a al “Corriere”, Bossi dichiarò che esisteva una nuova P2. Noi ingenuamente avevamo immaginato conflitti e alternative di governo fra la vecchia e la nuova P2. Il senatur invece ha chiarito che i giornalisti avevano capito male: lui aveva parlato di una B2 nel senso che la CdL gli ricordava la sua classe (B2), nelle medie padane, dove si faceva un po’ di casino, ma nulla di pericoloso. Anche per il Parlamento padano c’è stato un malinteso. Il ritorno di Berlusconi, restaurato e pimpante, ha chiarito l’equivoco. Bossi voleva che i governatori fossero nominati senatori di diritto, come fu, dopo la Liberazione, per gli antifascisti che avevano scontato almeno cinque anni di carcere duro (il confino era escluso perché si trattava di villeggiatura). Il revisionismo ha finalmente vinto. Il governatore lombardo facciamolo però senatore a vita. Tutto qui.
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