da Sergio Mancini
Se i due o più finanzieri che hanno «beccato» Tanzi che gironzolava per via della Passione a Milano (una delle vie più chic di Milano, tanto per dire) lo avessero preso a sberle quando ha risposto che non conosceva certe società, avrebbero fatto benissimo. Fino a quando, Callistino, abuserai della nostra pazienza? E fino a quando i giornalisti, che in Italia hanno il privilegio di rappresentare la classe più sdraiata davanti a qualunque forma di potere o ex potere, continueranno a scrivere dei Tanzi come se si trattasse dei Buddenbrook e non di un’accozzaglia di contadini furbastri e disonesti?
Anche a me sembra che Tanzi l’abbia fatta grossa ma non sarebbe il caso di aspettare, da parte nostra, non dico una sentenza ma almeno un rinvio a giudizio prima di emettere condanne così definitive? Per quanto riguarda i giornalisti, i giornalisti economici in prima fila, hai proprio ragione (csf)
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