da Guglielmo Venturi
Caro Claudio, leggendo le tue interviste su Sette, mi sembra che gli interlocutori facciano per lo più ricorso a due distinte dottrine giustificatorie, per motivare la loro delocalizzazione ideologica o partitica. La prima, ben nota, e credo ormai logora, vorrebbe ispirarsi al presocratico panta rei e, para-filosoficamente, si traduce nel “solo gli imbecilli non cambiano idea”. Più curiosa è la seconda, alla quale mi sembra ricorra anche Maurizio Bertucci nell’ intervista di oggi (ieri). Ancorandosi ad una particolare visione del mondo, gli intervistati rivendicano inossidabilità dei loro principi, coerenza nei comportamenti ed ideali incrollabili. Ci addentriamo nella cosmologia : è il nostro pianeta che ruota e siamo noi tutti che ci muoviamo. Loro restano immobili, sospesi nell’ aere. Alla vecchia rivoluzione copernicana, subentra la neo rivoluzione del voltagabbana.
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