«CONTRORDINE» di Alessandro Robecchi
Mettiamola così: alcune decine di uomini, seduti sugli scranni di una solenne istituzione, decide come e in che modo le donne possano restare incinte. Quando le donne protestano per questa bizzarra invasione di campo si beccano insulti, contumelie, volgarità, più una carrettata di doppisensi. Molte le letture possibili: l’uomo è uomo e la donna, si sa, è un po’ zoccola. Oppure: l’uomo fa le leggi e la donna fa i bambini, ma come dice l’uomo, sennò si perde il senso della misura. O ancora: l’uomo è uomo, e la donna faccia il piacere di non contestare in modo scomposto e clamoroso: qui siamo al Senato, mica al mercato rionale.
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