da Giuseppe Valendino, Triuggio (MI)
Claudio non entro volutamente nel merito. Mi permetto umilmente di ricordare a tutti che il Giornale del dopo Montanelli non è nuovo a certi scoop. Vi ricordate gli articoli sul tesoro nascosto in Austria di Antonio di Pietro, i casi di lebbra a Messina, il pericolo di esondazione imminete dell’Arno a Firenze a causa della cattiva politica del territorio fatta dal centrosinistra. Tutte bufale. La vicenda Telekom Serbia è una vicenda delicata, sopratutto in sede politica. Non vedo niente di strano – visti i precedenti – se qualcuno ha voluto vederci chiaro.
Di nuovo confusione. Se un giornale pubblica una notizia falsa che danneggia qualcuno c’è lo strumento della querela. Se la notizia è “falsa e tendenziosa atta a turbare l’ordine pubblico” è una fattispecie di reato. Ma qui il caso è diverso. Il reato sembrerebbe quello della violazione del segreto. E questo è un reato che commettono tutti i giornali (fortunatamente, dico io). Quindi non c’entra il colore politico, non c’entrano i falsi scoop. Quando un giornale pubblica dei documenti segreti o riservati gli autori del reato possono essere o i giudici o i giornalisti. Perché non vanno a perquisire l’ufficio del giudice che aveva quei documenti?. Ci sono a tutt’oggi colleghi ai quali è stato sequestrato l’archivio tanti mesi fa e mai restituito. Le perquisizioni delle redazioni sono atti intimidatori e basta. Nessun giudice ha mai scoperto nulla perquisendo la scrivania di un giornalista. Vi pare che se io ho un documento importante lo tengo nel cassetto?
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