da Vincenzo Rocchino, Genova
Ci sono modi diversi per sottoporre un Paese alla dittatura. Il cavalier Benito scelse le maniere forti; le squadracce, il manganello e l’olio di ricino. Sottomise il Paese nel giro di pochi mesi, per più di vent’anni. Il cavalier Silvio invece, al regime ci sta portando piano piano, in punta di piedi, quasi senza che ce ne accorgiamo. Alcuni segni però, sono assolutamente significativi: la presa totale dell’informazione radiotelevisiva per proprietà o per controllo; il possesso della più grande casa editrice e di numerose testate giornalistiche; la vertenza a tempo pieno con la Magistratura e con tutte le organizzazioni sindacali per adattare tutte le regole al suo interesse personale. Tutto questo dovrebbe farci capire che il piano del cavaliere è teso al possesso totale, e indefinito nel tempo, del Paese. Vorrei conoscere il parere di chi, probabilmente in buona fede, l’ha votato.
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