da Paola Altrui
La censura e la repressione del dissenso fanno paura a tutti; ma perché dare per scontato che siano questi, gli scopi perseguiti dalla Procura di Perugia nell’ordinare la perquisizione della redazione romana del Giornale? Sono in corso indagini tese ad appurare l’eventuale violazione del segreto istruttorio nella vicenda Telekom Serbia: è davvero incomprensibile che i magistrati vogliano verificare se, presso la redazione di un quotidiano che diffonde notizie ufficialmente sottratte alla cognizione di tutti gli altri, siano detenuti documenti coperti dal segreto istruttorio? Possiamo, ogni tanto, fidarci dell’operato dei giudici (o almeno differirne la stigmatizzazione all’eventuale, successiva prova della loro malafede)? O forse il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge si arresta dinanzi alla soglia delle redazioni, oltreché a quella di Palazzo Chigi?
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