dall’Unità di domenica 26 ottobre 2003
Era una delle rubriche più famose e divertenti di Cuore. Piergiorgio Paterlini diceva che era una rubrica pedagogica. Una rubrica che doveva servire a decrittare il politichese o in alternativa a insegnare ai politici che la stessa cosa si poteva dire in maniera chiara e comprensibile. E’ morta con Cuore ma adesso il suo inventore la resuscita sull’Unità. (csf)
Giancarlo Aresta (*):“La vita politica italiana è entrata in fase di forte accelerazione: uno di quei momenti in cui le scelte dei protagonisti sono destinate ad avere non solo effetti rilevanti nel breve periodo, ma a lasciare una traccia più duratura e profonda negli anni.Alla sfida – ormai tardivamente aperta – delle opposizioni al governo Berlusconi si somma oggi, infatti, – e si sovrappone – un’ipotesi (quella della lista unica alle europee e del partito riformista) che ha al centro una ristrutturazione dell’intera realtà del centro-sinistra e della sinistra, che produrrebbe un cambiamento strutturale dell’intero sistema politico.In questo contesto, a sinistra, non si può restare in una posizione di attesa e di osservazione. Ma una riflessione rigorosa ha l’obbligo di definire, prioritariamente, qual è la posta in gioco. Si profilano strategie diverse nel confronto con il governo. Oggi è essenziale che si apra nella sinistra e nel centro-sinistra un confronto programmatico di fondo, non elusivo, che misuri senza reticenze convergenze e ragioni di conflitto. Solo in un tale contesto i movimenti e i soggetti sociali organizzati potranno far valere la loro voce e il loro peso. Si potranno mettere alla prova i progetti politici oggi in campo, verificandone la sostenibilità. Sarà possibile scomporre e ricomporre forze e dare nuove ragioni di impegno e fiducia a quella sinistra critica, che rappresenta un universo sociale e una realtà politica e associativa assai articolata e ampia. Da questo impegno, necessario e non rinviabile, dipenderà la collocazione di forze essenziali in un paesaggio decisivo per le prospettive – e la stessa sopravvivenza – della sinistra nel nostro paese”.
(*) da “Unire non dividere”, La rivista del manifesto, ottobre 2003. Articolo d’apertura, lungo cinque pagine e nove colonne.
Traduzione
“Sono fortemente contrario all’idea di unire in un solo partito Ds, Margherita e Sdi.”
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