da Primo Casalini, Monza
Mi sta molto bene che abbiano dato il Nobel per la pace alla iraniana Shirin Ebadi. Se l’avessero dato al Papa sarebbe stata una inutile medaglia in più ed il consenso sarebbe stato interplanetario, ma con influenza sulla realtà concreta pari a zero. In un certo senso, una ovvietà, un placebo per anime belle, quando ce ne sono tante di brutte in giro. Così invece in Iran a un bel po’ di pretacci arroganti gli tocca grattarsi la zucca; non solo, ma la Ebadi non la manda a dire: le sue dichiarazioni sulla questione palestinese e sull’Iraq sono state molto chiare, e non mi sembra proprio che Sharon e Bush possano fregarsi le mani. L’Iran non è un paese disegnato col righello sulla carta geografica da una congrega di diplomatici, è un paese con 3000 anni di storia. Il Nobel dato a Shirin Ebadi è una gran bella notizia per l’Iran, per le donne ed anche per noi europei.
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