da Marco Decio
Con qualche riluttanza (perchè sono allergico alle verità assolute) credo di potermi definire più ateo che agnostico. Ma non sono per nulla contrario all’insegnamento della religione Cattolica, nè eventualmente di quella Islamica, nelle nostre scuole. Della religione è intrisa la nostra cultura, e tutti noi siamo inconsapevolmente forgiati dentro a questo stampo (la parola “inconsapevolmente” è la chiave). E’ di sicuro molto divertente, ma un po’ superficiale la risposta che Claudio ha dato a Paolo Capè: la religione a differenza del calcio ha permeato buona parte dell’arte e del pensiero del nostro mondo. Esisterebbe, che ne so, la Commedia di Dante senza il Cristianesimo? E come la capiamo la Commedia se non siamo consapevoli di tutto il mondo intorno a cui ruota. Consapevoli dall’interno però, come se fosse una cosa nostra. Non con la consapevolezza fredda dello studioso che analizza un fenomeno dal di fuori. So che sto allargando il discorso fuori dai confini, ma considero della stessa sostanza la famosa discussione sulle radici cristiane dell’Europa. Io credo che ci stiamo, inconsapevolmente, buttando via.
La Commedia di Dante esisterebbe ugualmente ma sarebbe diversa (csf)
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