da Teresa Ciabatti, Roma
Gentile Claudio,mi chiamo Teresa Ciabatti, ho 28 anni e ho scritto un romanzo che più o meno non si è filato nessuno. Otto agosto, Orbetello, mi squilla il cellulare. Rispondo.“Teresa Ciabatti, sono Stefano Lorenzetto de Il Giornale e la vorrei intervistare. Io sto a Verona, ma prendo un aereo e vengo a Roma da lei”.È uno scherzo di qualche idiota. Ma il giornalista mi giura che lui si chiama Lorenzetto, che scrive per Il Giornale e che davvero mi vuole intervistare. Ok, ci credo. Però, se è vero, mi sembra davvero eccessivo che Lorenzetto prenda un aereo per me, oltre al fatto che magari in aeroporto può cambiare idea e tornare indietro. “Senta, prenda io il treno e vengo a Verona. La prego!” dico, sempre col timore che lui possa cambiare idea e che io mi perdo l’unica intervista che mi è stata mai proposta. Ma Lorenzetto insiste.Mia madre con fare teso mi accompagna alla stazione di Orbetello. Prima di salire sul treno, mi dice, scuotendo la testa: “stai sbagliando tutto. Questo è un mondo pericoloso”. La mando affanculo e salgo sul treno. Perché questa donna mi deve rovinare tutti i momenti felici della mia vita?
Il racconto di Teresa Ciabatti, autrice di best seller intervistata da Stefano Lorenzetto per il Giornale è in documenti. Neanche Selvaggia Lucarelli sarebbe capace di tanto. (csf)
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