da Vittorio Grondona
Come era immaginabile, dopo l’entrata in vigore del codice stradale “stracciapatente”, ideato solo per fare cassa, i media ci espongono le statistiche a favore del fantozziano provvedimento che punisce tutti senza curare nessuno. Come se non sapessimo come sono fatte le statistiche: si prende a riferimento il numero di giorni che evidenzia un risultato favorevole ed il gioco è fatto. Magari il giorno dopo la statistica del giorno prima si ribalta completamente, ma chi se ne frega! Il TG1 di oggi riporta una riduzione dgli incidenti mortali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (?): 41 contro 70. Meno male! Ho subito pensato…. Poi dai giornali, la Repubblica sempre di oggi 7/7 a pag. 21, apprendo invece che tra il 30 giugno e il 3 luglio gli incidenti mortali sono stati 50, tre in più dell’anno scorso… Chi ci capisce è bravo. Credevo che contare i morti fosse tutto sommato abbastanza semplice! Il risultato economico invece è molto chiaro: le multe sono notevolmente aumentate in tutti i periodi a riferimento!
Caro Vittorio, ti vedo piuttosto motivato contro la patente a punti. Io invece la penso in maniera del tutto contraria. Forse sarà anche fare cassa. Ma non è solo quello. Vedo certe cose sulle strade che c’è da mettersi le mani nei capelli. Ormai le automobili sono abbastanza sicure. Ma gli incidenti ci sono sempre. I controlli sono assolutamente insufficienti. E le multe, a mio giudizio, poche. Macchine contromano, conversioni a U, moto che invadono la corsia opposta in curva, sorpassi azzardati, velocità oltre i limiti, sportelli aperti improvvisamente, motociclisti senza casco, automobilisti senza cinture, sbronzi al volante. Ne succedono di tutti i colori. La patente a punti può avere successo e io mi auguro che l’abbia. Anzi, inasprirei le sanzioni. (csf)
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