di Emanuele Macaluso (per Il Riformista)
La fase politica che attraversiamo può essere così definita: non c’è più una maggioranza di governo, non se ne può formare un’altra e non si possono sciogliere le Camere per indire nuove elezioni. Si dice che Berlusconi prepari modifiche sulla legge elettorale. Anche nel polo opposto c’è chi pensa la stessa cosa. Ma il nodo è nelle forze politiche, nella loro strutturale debolezza e frantumazione. Nei giorni scorsi Prodi ha proposto la lista dell’ulivo alle elezioni europee e, a parte i dissensi scontati, sembrava che le forze più consistenti, Ds e Margherita, appoggiassero il disegno. Ieri abbiamo letto un articolo di Mussi, a nome del correntino, il quale, come al solito, la butta in programmi per dire un no secco. De Mita, su Repubblica, bolla la proposta di Prodi come tattica, fa anche analisi giuste, ma poi, chiede al Presidente della Commissione Europea di capeggiare la lista della Margherita. Siamo punto e daccapo. Nei prossimi giorni Fassino ripiegherà sull’unità dell’Ulivo con liste separate, cioè niente, Rutelli farà lo stesso, Prodi resta dov’è e aspetta. Se anche questa strada è preclusa, come uscire dalla paralisi e dall’impotenza? Aspettiamo un nuovo Cavaliere o basta una piccola plastica a quello che c’è?
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