da Emanuele Macaluso (per Il Riformista)
Il prossimo 20 luglio Bush riceverà nel suo ranch,in Texas,Silvio Berlusconi. Noi vorremmo sapere dal Presidente se in quell’occasione solleverà la questione dei diritti civili violati a Guantanamo. Abbiamo visto con piacere che su questo tema le Camere Penali Italiane hanno rivolto un appello al congresso Usa. E le più autorevoli associazioni degli avvocati americani hanno levato proteste dure contro la decisione di fare giudicare i prigionieri accusati di terrorismo dai tribunali militari,negando loro i più elementari diritti di difesa. Blair ha chiesto energicamente che i due prigionieri inglesi siano giudicati nel loro paese dove non esiste la pena di morte. E il destino di tutti gli altri? Abbiamo pensato all’incontro Berlusconi-Bush perché il Presidente del Consiglio ha recitato la parte del garantista,senza se e senza ma. Il nostro non vuole essere un richiamo polemico, ma è bene ricordare che le garanzie non hanno confini. Si è discusso se sia lecito esportare la democrazia con le armi. In Usa la democrazia c’è e ha radici profonde. Anche per questo la sospensione delle garanzie, previste dalle leggi americane, non è accettabile. Berlusconi dirà queste cose al suo amico Bush? Vorremmo saperlo.
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