Cronaca di un paio di giorni da ridere
Che giorni. Comincia Bossi che straparla di “Terra di Bingo Bongo”, di “quattro stronzetti” e poi dà il cambio al suo filosofo di riferimento che attacca col “kapò” e con “i turisti della democrazia”. Bisogna dare atto di una cosa a questa destra della seconda repubblica: con loro non ci si annoia. Ricordate “le convergenze parallele” e “gli equilibri più avanzati”? Concetti triturapalle per i quali a Cuore il grande Michele Serra era stato costretto a inventarsi la rubrica “Parla come mangi”, tenuta magistralmente da Piergiorgio Paterlini. Questa destra parla come mangia. Va avanti a barzellette. E quando qualcuno si arrabbia, dice: “Scherzavo, ma non avete nemmeno un briciolo di ironia?” Sulla comicità, noi italiani andiamo forte. Oggi le vignette sono dilagate su tutti i quotidiani. Poco male se non fanno ridere nessuno, come quelle di Forattini. E poi ci sono i comici televisivi, centinaia. Urlano, imprecano, spirito zero o quasi. Alta ironia accanto a crassa osteria. Ce lo insegna perfino Emanuele Filiberto di Savoia. A domanda di Gian Maria Aliberto Gerbotto per Tv Sette, il settimanale televisivo diretto da Antonio Bozzo, risponde che i suoi comici preferiti sono Roberto Benigni e Giorgio Panariello. Come dire: io sono un vero appassionato di vini. Adoro Barbaresco, Montalcino e Tavernello. Sentite Umberto Bossi che spiega, mi sembra a Guido Passalacqua per Repubblica, le ragioni per le quali Schroeder e i tedeschi si sono arrabbiati: “I tedeschi sono incattiviti perché la loro economia sta andando a rotoli. Siamo in presenza di una guerra europea in piena regola. Da una parte ci sono i giacobini col loro disegno di un Superstato. Dall’altro i popoli. Lo scontro è globale”. Il marasma anche. Avete letto delle proteste dei camionisti per l’introduzione della patente a punti? Protestano – è letterale, credetemi – perché non potranno più truccare i cronotachigrafi, non potranno più eliminare i limitatori di velocità, non potranno più viaggiare senza riposare ogni otto ore. Una società senza regole, prima o poi qualcuno avrà il coraggio di invocarla. Senza nessuna regola ma con tante barzellette. E con qualcuno che le spieghi perché i tedeschi non le capiscono, tutti impegnati come sono a costruire il Superstato.
Claudio Sabelli Fioretti
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