da Vittorio Grondona
Il male sta avvicinandosi all’osso a grande velocità. Durante il fascismo bastava un cenno di disappunto del fascistone di turno e una bella bottiglietta di olio di ricino non te la cavava nessuno. A volte ti andava ancora peggio. Era una macchina che si muoveva da sola guidata da deficienti subalterni che punendoti intendevano compiacere al fascistone di cui sopra. Ora si stanno verificando le stesse cose. Basta una nota di disapprovazione del Cavaliere ed ecco che, come per incanto, spariscono dalla scena pubblica dell’informazione, prima Biagi, Santoro e Luttazzi ed ora Ferruccio De Bortoli. I giornalisti che volessero fare il loro mestiere con dignità sono avvisati, se non si allineano saranno inesorabilmente tolti di mezzo: privandoli del lavoro, mettendoli in galera, querelandoli anche per un nonnulla… Tanto chi li querela ha i quattrini per farlo in tutta tranquillità, è il giornalista che spesso non può affrontarne spese!
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