Ognuno dice la sua, ovviamente. Quindi chi non voleva questo referendum dice che ha perso chi lo voleva. Chi lo voleva dice che lo ha fatto perdere chi non lo voleva (ovvio). Bertinotti, visibilmente seccato, dice che ora il dialogo è più difficile. Insomma gliela farà pagare. Succede, a sinistra, quello che si sapeva fin dall’inizio che sarebbe successo. Stupendo il commento di Armando Cossutta il quale ribadisce l’enorme errore di fare questo referendum ma spiega che è andato ugualmente a votare. Resta la volgarità di alcuni commenti della destra come al solito incapace di commenti sobri e di analisi pacate. Antonio D’Amato, presidente di Confindustria, parla di “una campagna demagogica e mistificatoria che ha alimentato veleni per due lunghissimi anni, ha ingigantito i costi per le imprese con 27 milioni di ore di sciopero, ha comportato il sacrifico di una vita: quella di Marco Biagi. Ma gli italiani non hanno abbozzato”. No, gli italiani non abbozzato. Hanno votato sì, hanno votato no, non sono andati a votare. Ma a strumentalizzazioni come questa rispondono in coro: vergogna Confindustria.E vergogna rispondono anche alla dichiarazione del ministro del Welfare, Roberto Maroni, il sassofonista della Lega: “Cofferati ha ingannato milioni di persone, ha incassato popolarità e adesso sta già galleggiando per l’incasso verso Bologna…A me spiace che vada a candidarsi nella città di Marco Biagi…Spero che Bologna rifiuti di farsi guidare da uno come Cofferati”. Ripeto: si vergogni sassofonista.
Claudio Sabelli Fioretti
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