da Gianni Guasto
Caro Cavaliere, la sua lotta quotidiana per l’abolizione della televisione è il regalo più grande che lei fa alla Cultura e alla Nazione. Prima di lei, la televisione faceva già abbastanza schifo, ma sotto la Sua guida, assume un’impronta del tutto particolare: la Sua, caro Cavaliere, che fa assomigliare sempre di più ogni programma al vecchio e caro monoscopio. Caro Cavaliere, soltanto gli sciocchi, ormai, possono negare le Sue capacità taumaturgiche, o credere che esse si limitino ai soli tifosi del Milan. Da quando Lei ci guida, eliminati Biagi, Santoro e il Commissario Montalbano, il pernicioso stato di teledipendenza che aveva invaso la mia mente è andato gradualmente scemando, ed oggi, ho ricominciato a uscire, a sentire musica, e a leggere libri. Grazie, Cavaliere, devo a lei la mia rinascita. La prossima volta, giuro che la voto.
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