di Serafino Brighenti, Sesto San Giovanni.
I blackout che l’authority della rete elettrica ha stabilito all’improvviso, in un primo tempo mi hanno indispettito per le modalità con cui sono stati attuati, poi riflettendo ho capito che l’unica cosa capace di scuotere gli italiani sono i calci nel sedere. Da giorni eravamo informati che i prelievi di energia stavano diventando insostenibili. Ma l’italiano medio molto sa di Totti, ma poco capisce di megawattora. Lo stesso italiano che ha detto no al nucleare senza neppure sapere di che si trattasse, e che continua a dire no a qualsiasi centrale termica che si voglia costruire: dovrebbe sempre essere lontana da casa sua, manco disponessimo di migliaia di chilometri quadri di aree desertiche; e che continua a sperare che le fonti naturali possano coprire i vertiginosi aumenti energetici che la società dei consumi impone. E allora non resta che toccarlo nel vivo, bloccandolo in ascensore, impedendogli di bere il caffè al bar, di andare in internet a visitare i siti delle bonazze e, purtroppo, anche di lavorare per un’ora e mezza. Ma i primi e più dannosi blackout sono quelli dell’intelligenza, favoriti da un’informazione mediatica mediocre e sempre più asservita al potere di poche spregiudicate canaglie.
Hai assolutamente ragione sul fatto che le fonti rinnovabili non potrebbero risolvere il problema. Ma aiuterebbero. E allora perché ignorare le correnti, le acque, il sole, i venti e pensare sempre e solo al carbone e al nucleare? E inoltre: la maggiore fonte di energia è il risparmio. Ma il risparmio va contro il consumo. E a molti questo non interessa.(csf)
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