da Guglielmo Venturi
TG4 di sabato 7 giugno. Emilio Fede esordisce ricordando il vincolo del dover astenersi da propaganda elettorale, alla vigilia di consultazioni amministrative. Seguono oltre 20 minuti di sfrenata apologia del suo Dominus. Tra un servizio e l’altro su Berlusconi impegnato il giorno prima a Brescia, Trieste e Pescara in campagna elettorale, elogia in modo sperticato la riforma del mercato del lavoro denominata “riforma Biagi”. Specifica alla sua affezionata clientela che si tratta del professore “assassinato dalle brigate rosse, vicine ai partiti ..,beh, lasciamo stare”. Vorrei da parte mia confermare che non si tratta di Enzo, già epurato con editto bulgaro dal Principale di Fede. Ci si riferisce all’ omonimo professor Marco Biagi. Sì, proprio lui, il giuslavorista lasciato senza scorta e definito, post mortem, “rompicoglioni” dal noto Scajola, ex ministro degli interni del governo in carica. Il quale Scajola, già democristiano doc, è stato riabilitato: è oggi il cervello organizzativo e regista della macchina elettorale di Forza Italia. In attesa, come trapela da più fonti, di risalire al soglio di un dicastero. Questo per completezza dell’informazione.
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