di Emanuele Macaluso (per Il Riformista)
Nessun giornale si è occupato delle spese fatte in questa campagna elettorale dai partiti e dai candidati.Eppure questo fu tema centrale nella crisi della cosiddetta Prima Repubblica.Dopo un periodo di relativa austerità, il Cavaliere cominciò a rompere gli argini con le sue enormi foto collocate a tutti gli angoli del paese.In queste elezioni abbiamo visto quel che vedevamo negli anni ottanta. La campagna del candidato Moffa a Roma quanto è costata? Ma c’è di più. Nei collegi i candidati,per concorrere al Consiglio comunale o provinciale, hanno investito somme enormi: feste e pranzi, manifesti e manifestini, galoppini pagati a giornata. Da dove viene questo fiume di denaro? In Sicilia, il clima era quello antico. E non è mancato il controllo del voto usando tecniche innovative. In passato, quando c’era la preferenza multipla, si giocava sull’ordine dei numeri segnati sulla scheda; ora, dove non ci sono preferenze (in Sicilia ci sono ancora), si ricorre alla macchina fotografica per ritrarre la scheda a testimonianza di avere mantenuto l’impegno. Insomma il malcostume elettorale è tornato alla grande. Non sarebbe bene dare più attenzione a queste nuove degenerazioni?
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