da Primo Casalini, Monza
Quando si approssima “L’infedele” di Lerner, dico a me stesso: “Debbo guardarlo”. Brutto segno, vuol dire che non mi piace. E trascuro già abbastanza doveri, ci può stare anche l’Infedele. Sembra l’ultimo atto dell’Aida, senza Aida, però. E tutti questi comunisti, post-comunisti, ex-comunisti, anti-comunisti, cattivi maestri, scolari peggiori, che continuano a remenarsela fra di loro, utilizzando i lottacontinuisti ed i servitori del popolo come moderatori. Ci vorrebbe così poco a vivacizzare: far scavare negli archivi di vent’anni fa da quattro stagiste, recuperare scelti brani di Ferrara e di Lerner, di Bondi, di D’Alema, di Adornato e di della Loggia, e farli leggere con molto sentimento da Sofri junior e da Sabina Guzzanti. E cambiargli il nome, a ‘sto Infedele: “Il grillo parlante”, se cambia la scenografia, se no “Il grillotalpa” o “Vent’anni prima”.
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