di Emanuele Macaluso (per Il Riformista)
Sul Riformista di sabato, Sten si chiede: «Fascista è un insulto, perché mai comunista non può esserlo?». La domanda è rivolta a chi ricorda che nella coalizione vittoriosa contro il nazifascismo c’erano i comunisti; in Italia costituirono la forza più consistente contro un regime illiberale e contribuirono a scrivere la Costituzione. Ma, dice Sten, «dal 1945 al 1989 è stata combattuta una terza guerra mondiale, la cosiddetta guerra fredda, contro i regimi totalitari comunisti. Che l’hanno persa. E durante questa guerra è difficile negare che i comunisti italiani fossero dalla parte sbagliata. Per cui nulla osterebbe a trattarli allo stesso modo dei fascisti». Certo, i comunisti italiani a lungo si collocarono dalla parte sbagliata, ma è difficile negare che la Costituzione fu votata quando la guerra fredda era già esplosa. Ed è difficile negare che in Italia, dal 1945 al 1989, diversamente che nel ventennio fascista, la libertà fu garantita anche dai comunisti. I quali fecero tanti errori, ma non quello di uscire dalla legalità costituzionale, e si impegnarono con determinazione contro chi, da destra o da sinistra, voleva uscirne. Si provi il contrario e chiamatemi fascista.
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