di Emaunele Macaluso (per Il Riformista)
Finalmente ho avuto l’occasione di vedere in tv, il compagno Fabrizio Morri, della segreteria dei Ds, che si occupa di fare arrivare ai cittadini messaggi utili a rendere comprensibile e votabile la loro politica. Domenica, interrogato dal Tg3 sull’indicazione di voto della Quercia in occasione del referendum sull’estensione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori alle piccole aziende, ha dato una risposta chiarissima. Ecco, come si diceva una volta, la “linea”: Ds non possono votare Sì, ma non possono nemmeno votare No (i referendum non si fanno per votare o si o no?); potrebbero votare scheda bianca o non votare, e potrebbero anche dare libertà di voto (a questo per la verità provvede la Costituzione). Dare “linea” effettivamente è roba vecchia. Ma lo zig-zag è troppo moderno! Anche il segretario della Cgil, Carlo Ghezzi, non scherza: scrive un articolo sull’Unità con il titolo «Questo referendum è contro la Cgil», ma il suo Segretario Generale vota Sì e Ghezzi Nì. Se è contro la Cgil, questa non dovrebbe essere contro quel referendum? Misteri. P.S. Ho sbagliato persona, non era Morri ma Damiano. Non cambia nulla.
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