da Gianpaolo Faccani
Vorrei fare alcune considerazioni sul caso Cocilovo dopo l’articolo di Macaluso su “Il riformista”. Dunque il Cocilovo avrebbe percepito una tangente da un tale Mollica in una borsa di Cartier (avrebbe tenuto pure quella), ma in sede di processo lo stesso Mollica rifiutò di confermare le accuse fatte davanti al magistrato e per le nuove norme sul “giusto processo” non poté essere condannato. Nulla da dire sul piano personale, (ognuno è libero di incassare tutte le prescrizioni, di avvalersi di tutti i cavilli per non essere condannato), ma a livello politico era opportuno candidare una persona su cui gravava un ombra di questo genere? Così come quando Berlusconi si è avvalso della prescrizione sul reato di falsa testimonianza per questo non era più uno spergiuro? (per questo bisognava che avesse rinunciato alla prescrizione per essere assolto nel merito). È proprio così difficile candidare persone che non abbiano ombre di nessun tipo sul loro passato? E infine, lo prescrive il medico di darsi alla politica (o gli avvocati)?
Sante parole (csf)
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