da Gianni Guasto Nonostante le granitiche certezze del ministro La Russa circa la correttezza dei Carabinieri nella gestione del caso Cucchi (il giovane morto a causa delle percosse ricevute in stato di detenzione), é del tutto evidente che chi aveva in custodia il fermato ha ora il dovere di fornire spiegazioni molto convincenti sul suo stato di salute, prima e durante il periodo di restrizione. Ciò premesso, non si può che riandare con la memoria ai giorni bui del G8 di Genova e alle violenze di cui fu teatro la Caserma di Bolzaneto. E chiederci: che cosa é stato fatto, da allora, non soltanto per perseguire i responsabili dell’accaduto, ma anche e soprattutto per conoscere e affrontare quella realtà, non certo occasionale, costituita da corpi dello Stato massicciamente infiltrati di elementi fascisti, violenti e potenzialmente pericolosi per la democrazia, oltreché per i cittadini? C’é qualcuno abbia fatto un’indagine almeno conoscitiva su quei militari infedeli e su quei terreni di coltura?
Nessun commento.
Commenti chiusi.