da Alessandro Ceratti
Per chi diversamente da voi (CSF e C. Rocca) ha una consuetidine con i digiuni quaresimali (come credo Scalfaro) appare ovvio che il significato della parola digiuno ha assunto per la chiesa un significato piuttosto esteso. Pertanto si può “digiunare” mangiando esattamente come tutti gli altri giorni ma rinunciando a fumare o a guardare la televisione (se la cosa costituisce sacrificio) per esempio. Un classico è il fioretto quaresimale dell’astensione dai dolciumi. Quasi mai per digiuno si intende la rinuncia completa a cibarsi. Quindi il povero e pio Scalfaro avrebbe potuto dire tranquillamente “SI” ma probabilmente non l’ha fatto perché non voleva indurre l’intervistatore a credere ad una sua completa astensione. Inoltre Scalfaro è cattolicissimo, le penitenze le fa, come suggerisce il Vangelo, di nascosto e anche quando le fa, le ritiene, a priori, insufficienti.
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