di Emanuele Macaluso (per Il Riformista)
Palermo – l’Ulivo e i movimenti, insieme, per scegliere il candidato alla Provincia hanno fatto le primarie. I movimenti e parte della sinistra candidavano un giurista, Giovanni Fiandaca (io l’avrei votato); la Margherita e parte della sinistra hanno sostenuto l’eurodeputato Luigi Cocilovo (proveniente dalla Cisl), che ha prevalso. Tuttavia in un articolo di Marco Travaglio, su Repubblica, Cocilovo è stato attaccato per una vicenda giudiziaria che lo vide assolto. La motivazione della sentenza dava però giudizi pesanti sull’imputato-assolto. Anziché criticare il magistrato che, costretto dall’assenza di prove ad assolvere, dà sfogo ai suoi umori, un cittadino incensurato viene impiccato da un giustiziere. La coalizione non ha reagito come doveva, costringendo quindi Cocilovo alla rinuncia. E le primarie? Sottolineiamo, come segno dei tempi, una subcultura giuridica e morale che ha dato un potere di veto a piccoli giustizieri ospitati da ‘grandi’ giornali.
Questo è un caso clamoroso di malinteso garantismo. Pubblicherò, appena mi arriva, ampia documentazione sul caso ma anticipo alcuni paletti del problema. Cocilovo è stato assolto, è vero, e nessuno quindi chiede che vada in galera. Ma è il caso di candidare un signore che è rimasto coinvolto in un caso nel quale i suoi comportamenti, quelli assodati, acclarati, certi, sono deontologicamente discutibili ancorché giuridicamente legittimi? Il problema è solo questo. Possono gli ulivisti pretendere candidati specchiati? Oppure dobbiamo accettare chiunque, purché non sia mai stato condannato? L’unica condizione per diventare rappresentante della sinistra è una fedina penale pulita oppure vogliamo anche gente brava, intelligente, moralmente ineccepibile? (csf)
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