da Primo Casalini
Nessuno descrive così bene la bellezza (e la bruttezza) della Brianza come Emilio Gauna, un vero poeta, ingenuo e sapiente, che ho scoperto su Golem; senti un po’:
Dove c’è adesso Mariano Comensegrandi foreste sorgevano immense;tra le paludi e i deserti giallivolavan tanti bei pappagalli.Con tutti gli anni che son passati,con tutto il tempo che abbiam vissuto,con tutta l’acqua che qui è passata,tutte le case che abbiam costruito,cosa ne resta dei bei pappagalli?cosa ne resta dei miei dinosauri?Sfrecciano intanto in moto i centauri,passano lenti gli autobus gialli,e del mercato restan gli imballi –infine arriva il buon Fumagalli.
e su Milano:
Non basterà il lucor di Monna Lisaa render luminosa la Bovisa,pensò Leonardo tra le brume autunnaliche eran proprio uguali alle attualiche ‘l ciel l’è pien di nubi e l’aria è grisa.
Mica male. Questa sì che è poesia altro che Ungaretti e Montale. E se ci provassimo anche noi, ognuno con la sua città?
Tipo:
Solo chi è nato a Cura di Vetrallapuò capire la bellezza di una stallaSolo chi abita ormai a Lavaronepuò capire la poesia di un muflone
E potrei andare avanti. Altro che Gauna (csf)
Nessun commento.
Commenti chiusi.