da Paolo Beretta
Ha ragione il Sig. Ceratti nel consigliare lo studio delle riserve e produzioni petrolifere. In accordo con l’EIA (Official Energy Information, l’Ente Ufficiale di Statistiche dell’Energia del Governo USA), l’Iraq possiede riserve accertate per piu’ di 112 miliardi di barili di greggio, equivalenti alla seconda maggiore riserva mondiale, oltre ad altri 220 miliardi di barili solo stimati. I costi di produzione del greggio iracheno sono tra i piu’ bassi del mondo, con una produzione media, nel 2001, di 2,45 milioni di barili al giorno (comprensiva anche di gas naturali, etanoli e sottoprodotti vari). Inoltre, le riserve irachene accertate di gas naturale arrivano a 110.000 miliardi cubici, oltre ad altri 150.000 miliardi cubici solo stimati. Tutti questi dati sono reperibili dal sito dell’EIA e sono aggiornati all’Ottobre 2002. Infine, l’Iraq e’ un “focal point” per problemi di sicurezza nella regione. Possiamo dire di tutto, certo, ma che Bush non sia interessato ad un tesoro del genere…
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