da Luciano Caldirola
Che cupa impressione da crepuscolo degli Dei, da vincere o morire, da Cortez che si brucia i vascelli alle spalle, in queste parole scandite e ripetute due volte, ed affidate ad una cassetta nel chiuso della villa inaccessibile ai giornalisti. Come non ricordare altri personaggi che sgomenti si sono aggrappati con le unghie alla loro posizione, perchè sapevano che un piccolo cedimento avrebbe fatto crollare tutto. Quel Macbeth assediato nel suo castello, circondato dalle armate degli ex amici che hanno aperto gli occhi. Quel tale asseragliato nel bunker della Cancelleria di Berlino, che aveva profetizzato per il suo Reich una durata di mille anni. Quell’altro in fuga verso il ridotto della Valsassina, che solo pochi anni prima aveva salutato dal famoso balcone il sole dell’Impero che tornava a risorgere, dopo 20 secoli, sui colli fatali di Roma. In fondo, erano stati tutti eletti democraticamente dai loro sudditi e, se non volevano arrendersi, anche loro era solo per onorare l’impegno assunto con gli elettori. (…)
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