da Lorenzo Mazzucato, Padova
Se avessi la possibilità di esprimere fisicamente (ahimè! la salute precaria..) la mia obiezione di coscienza alle operazioni propedeutiche alla guerra preventiva contro l’Iraq, andrei serenamente nelle stazioni ferroviarie presso Vicenza, e mi stenderei gandhianamente sui binari insieme con i preti, i giovani, i pensionati, gli operai e gl’impiegati pacifisti. Nei primi anni ’70, quando l’obiezione di coscienza al servizio militare era ancora un reato e si finiva ripetutamente in carcere militare (duro), ho fatto – giovinetto imberbe – molti sit-in di protesta davanti ai tribunali militari. La quota di illegalità espressa dai pacifici manifestanti odierni, distesi sui binari, è irrilevante rispetto al fine ideale da raggiungere. […] Invece, la nuova tattica “furbesca” dei freni a mano casarineschi, tirati a destra e a manca per fare notizia, ininfluenti sul decorso dei convogli militari Usa, sono dannosi alla causa perché controproducenti sulla vasta opinione pubblica, oltre a riguardare un atto non esplicito e volontario che non si dichiara pubblicamente (furbesco appunto) e si esonera dall’eventuale “pagamento diretto” delle conseguenze. […]
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