da Filippo Facci
All¹attenzione di Gad Lerner, ideatore e conduttore del programma L¹infedele trasmesso ogni sabato sera su La Sette.Egregio Lerner, nella scorsa puntata avete finalmente parlato di un tema assai caro a rubrica: il genocidio degli armeni all¹inizio del secolo scorso. Il tema della serata in realtà riguardava la Turchia e un suo eventuale ingresso nella Comunità europea, ma a un certo punto Vittorio Messori ha voluto ricordare che un milione e mezzo di cristiani (armeni) furono sterminati dai turchi nel primo drammatico genocidio del Novecento; Messori ha voluto ricordare, piò che altro, che la storiografia ufficiale dei turchi vieta a tutt¹oggi di parlarne: ed è come se i tedeschi negassero l¹Olocausto, per dirla male. Ecco: lei, Lerner, ha invitato a non strumentalizzare i drammi del passato ai meri fini del presente. Ma noi, ora, vorremmo spiegarle che la sua osservazione era fuori luogo: la questione è assolutamente attuale. C¹è una mozione del Parlamento europeo (1987) che dice chiaramente che la Turchia resterà fuori dall¹Europa sinchè non ammetterà questo genocidio; il senato francese ci ha fatto addirittura una legge, e stava per farla anche il Congresso americano se non fosse che la mozione fu bloccata personalmente da Bill Clinton, su pressione appunto della Turchia. In Italia, nel settembre 2001, dopo che ne aveva parlato addirittura il Papa, il leghista Giancarlo Pagliarini è riuscito a far approvare una mozione che ribadisce il concetto: no ammissione, no party. Hanno votato tutti a favore con la sola eccezione di Rifondazione comunista, che non riteneva la mozione abbastanza dura. Quindi, per quanto se ne parli poco, la questione è ben piantata nel presente: attiene al riconoscimento di valori sui quali è fondato l¹Occidente: e non è, tanto o solamente, una questione storica o religiosa. L¹autore di questa rubrica non è un armeno, e non è nemmeno un credente. Neppure Pagliarini è armeno, per quanto lo sia sua moglie. Questi genere di questioni, un tempo, a sinistra, avevano un nome.
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