Edoardo Dezani: ”L’Avvocato lo ricordo così”di Edoardo Dezani (dal Barbiere della Sera)
ASTI – La voce di Edoardo Dezani è commossa: «E’ un giorno molto triste. Quando ieri al telegiornale ho saputo che Giovanni era morto, è stato per me un grande dolore. Le nostre strade si erano sfiorate tante volte, senza incrociarsi mai, e questo costituisce oggi un ulteriore rimpianto”.Dezani e Gianni Agnelli avevano tante cose in comune, a partire dalla formazione universitaria e la carriera: “Entrambi eravamo solo laureati in Giurisprudenza, ma non eravamo avvocati, sebbene millantassimo di esserlo, soprattutto Gianni. Del resto anche in questa triste situazione è emerso ancora una volta che lui aveva visto lontano: i giornali hanno potuto titolare E’ MORTO L’AVVOCATO, un E’ MORTO UN LAUREATO IN GIURISPRUDENZA non ci sarebbe mai stato nel titolo, o comunque avrebbero dovuto scriverlo più piccolo, con un carattere meno grande””.
Gli incontri tra il giovane astigiano e l’Avvocato erano frequenti, sebbene fugaci: “A volte capitava di essere in coda in Corso Unità d’Italia con la macchina, e Gianni mi passava sopra con l’elicottero che lo portava dalla villa al Lingotto; sebbene non mi salutasse, sentivo che guardava giù verso di me, era il suo modo sincero e garbato di farsi sentire”.
La conduzione della Fiat, una passione che li ha accomunati per tanti anni: “Ho guidato per quattro anni una Duna, poi le circostanze mi hanno fatto passare ad una Mondeo, ma non c’era nemmeno stato bisogno di dirlo a Gianni: tra noi piemontesi ci si capiva al volo. E quando durante le vacanze di Natale ho affittato una Punto, anche se lui era già ammalato, non c’è stato bisogno di parole, il feeling è rinato immediatamente, nella spartana essenzialità dell’utilitaria ho subito ritrovato il suo rigore e la sua inconfodibile eleganza”.
Oltre alla passione per la velocità, tante cose li univano: “a Torino, soprattutto una volta ma anche adesso, d’inverno fa freddo, e allora sia io che lui eravamo soliti metterci la sciarpa, la giacca a vento, quando nevicava anche il berretto. Sull’orologio invece avevamo idee opposte, ma anche se io lo mettevo sotto il polsino e lui sopra, riuscivamo a trovare un punto d’incontro, e a metterlo comunque entrambi”.
E le famose telefonate all’alba dell’Avvocato? “Penso che mi chiamasse, ma non ne ho mai avuto conferma, perchè alle 6.40 io sono già in strada e quindi non posso rispondere al telefono. Quelle telefonate mi mancheranno, anche se comunque forse non me le ha mai fatte”.
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