Ve lo posso assicurare: io non conoscevo il senatore Giovanni Agnelli, non l’ho mai incontrato né per motivi privati né per lavoro né per caso. Sono probabilmente l’unico giornalista italiano che non ha avuto nemmeno una conversazione telefonica con il capo della Fiat. Ve lo devo dire doverosamente perché altrimenti qualcuno di voi si potrebbe chiedere come mai non abbia scritto da nessuna parte di quel week end in cui insieme all’Avvocato andammo a sciare, oppure di quel giorno che mi confidò quel che pensava di Berlusconi, oppure di quella volta che mi telefonò come al solito alle sei di mattina e mi disse: “Caro Sabelli, le confesso che la mia vita è una noia”. Se avete letto un decimo degli articoli che sono stati pubblicati, avete scoperto che tutti i giornalisti italiani hanno da raccontare almeno un aneddoto che li vede coinvolti con Giovanni Agnelli. Nei loro articoli si parla più di loro che dell’Avvocato. Il massimo l’hanno raggiunto Paolo Guzzanti sul Giornale e Igor Man sulla Stampa. Si incontravano in continuazione, non facevano che girare insieme, in Italia, nel mondo, continue telefonate, continue chiacchierate. Ma Agnelli quando lavorava? Stava sempre al telefono con Guzzanti. Lo chiamava di giorno e di notte e lui correva. Non faceva altro che ricevere Igor Man. “Ho assistito a lunghe telefonate dell’Avvocato con i nipoti”, scrive Igor Man. Me lo vedo Agnelli che ha voglia di telefonare a Lapo e chiama Igor per fare il numero del telefono. Buffo che Igor Man e Paolo Guzzanti non si siano mai incontrati a casa di Agnelli. O almeno non lo raccontano. Splendida anche Mara Venier. Intervistata dal Giornale dice di avere conosciuto anche lei l’Avvocato e ricorda una simpatica telefonata dopo una trasmissione. “Ma non rivelo che cosa mi ha detto perché non sopporto la sovraesposizione di tutte coloro che fra ieri e oggi hanno fatto la corsa a raccontare i loro incontri con Giovanni Agnelli, mi pare una cosa orribile”.
Claudio Sabelli Fioretti
PS: oggi ho fatto un’altra piccola indagine. Quanti erano i cittadini che sono andati a rendere omaggio alla salma del senatore a vita? In attesa della stima minimizzatrice della questura di Roma, Libero ha dato 200 mila persone, il Giornale 150 mila, la Stampa più di 100 mila, Repubblica e l’Unità 100 mila, il Manifesto “qualche migliaio”.
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