da Mario Zanot
la morte di Agnelli è un’ubriacatura che non risparmia proprio nessuno,se penso al coccodrillo di Riotta. E mi dò della bestia. Pensa a quante volte, mi dico, hai accusato l’Avvocato di aver rovinato l’Italia, a quante volte lo hai visto allo stadio assieme a quella canaglia di Henry Kissinger pensando chissa che, mentre invece gli stava manifestando la sua preoccupazione per i bagni di sangue in Libano o Palestina. Pensa ha quante volte hai equivocato il suo aggirarsi nei palazzi delgoverno, sospettando che fosse lì a condizionarne le decisioni, a prendere i soldi di tutti gli italiani per pagare gli errori del gruppo dirigente Fiat, mentre invece aveva a cuore solo questa nazione e la sua bella Torino che tanto gli ha dato (su questo non c’è dubbio alcuno). Ingrato, mi dico: che colpa ne aveva lui, se la Fiat ha semprefatto le peggiori auto del mondo? E’ vero lui c’era sempre quando venivano presentate schifezze come Bravo e Brava o le nuove 600 e 500, ma obtorto collo, lui era lì per dimenticare i grandi assilli che ha citato Riotta: Picasso e soprattutto, la guerra in Iraq o, forse, la guerra in genere. Non a caso, quante volte lo abbiamo visto in televisione deprecare la guerra, l’arroganza dell’America, la stupidità dei suoi presidenti? E non era terribilmente contrito, come ci ha ricordato Romiti, quandodovettero licenziare migliaia di operai, per far riquadrare i bilanci di famiglia? Ma non era colpa sua, lui non l’avrebbe mai fatto…! Mi fermo qui. Non sono un accanito lettore di giornali esteri, ma credo che solo in Italia ci siano giornalisti piagnoni e piaggioni come da noi.
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