ERSILIO TONINI. Cardinale prezzemolino se l’è presa con l’iniziativa di alcuni docenti di Treviso che hanno proposto di inserire il tiro a segno nel programma delle scuole medie ed hanno accompagnato i loro studenti in una giornata al poligono. Gli ha risposto, sulla rivista dellUnione Italiana Tiro a Segno, il presidente Antonio Orati. E gli ha risposto in maniera molto cortese ed educata, ricordandogli che i ragazzi che frequentano i poligoni rivelano atteggiamenti e comportamenti assolutamente civili, che sono rispetto alla media generale, più pacati, più responsabili, più attenti alle loro azioni. Ma come la mettiamo con il ragazzino che si è suicidato utilizzando un’arma che qualcuno aveva lasciato incustodita a casa? I luoghi comuni partono a raffica. Io ho frequentato e frequento poligoni. Non c’è bullismo, non c’è machismo, non c’è arroganza. C’è molto autocontrollo, se vogliamo spiritualità, l’uomo solo con se stesso a misurarsi con la sua capacità di astrazione. Sparare a un bersaglio non ha nulla a che vedere con la violenza. La violenza è negli stadi, dove armi non ce ne sono, nemmeno ad aria compressa. La violenza è nei discorsi da bar contro le civiltà diverse, soprattutto a Treviso dove gli amministratori invitano all’intolleranza. Il principio che prima di parlare è meglio assicurarsi che la bocca sia collegata col cervello vale per tutti. Antonio Orati, il paziente presidente, ha invitato il cardinale a passare una giornata con lui in un poligono. Il cardinale accetterà o ha troppo da fare con la domenica televisiva?
MASSIMO POMPILIO. Il ricercatore dell’Istituto di Geochimica e Vulcanologia di Catania c’era. Era lì con la sua telecamera sul terrazzo di un ristorante abbandonato di Stromboli e fissava Sciara del Fuoco. A un certo punto è partita la grande frana che ha dato vita all’onda anomala. Che fortuna, direte voi. Lo ha detto anche lui anche se si è fatto prendere un po’ dal panico e le riprese sono venute un po’ mosse. Ma comunque fantastiche. Un filmato eccezionale. Che è finito, qualche giorno dopo, al Tg5. Perché al Tg5 e non alla Rai? Boh. Enrico Mentana giustamente gongolava. Il suo Salvo Sottile, da solo, aveva ottenuto quello che le decine di dipendenti Rai non erano riuscite ad ottenere. E più i dipendenti Rai si lamentavano, più Mentana gongolava. I dipendenti Rai se la sono presa con Mentana. Ma qualcuno è andato dal dottor Massimo Pompilio, dipendente pubblico, a chiedergli in base a quale principio ha favorito una tv commerciale, concorrente di quello Stato che gli fornisce lo stipendio, e gli ha dato un prodotto della sua fortuna e della sua bravura ottenuto durante quell’orario di lavoro per il quale riceve regolare stipendio, si presume, da quello stesso Stato editore di quella televisione pubblica concorrente di quella televisione commerciale alla quale ha consegnato la cassetta dello Stromboli che franava? A proposito: gratis?
SILVIO BERLUSCONI. Era ai funerali di Giorgio Gaber. Non era ai funerali di Antonino Caponnetto.
EMANUELE FILIBERTO. Vi ricordate quante lacrime ha versato, quel piagnone, perché non poteva venire in Italia? E i suoi diritti, e la sua sensibilità, e la sua tristezza, e l’ingiustizia, e in fondo io che c’entro? Eccolo il principe finalmente italiano a tutti gli effetti: una scappata in Vaticano, un mondiale di moto d’acqua in Africa, capodanno a Cuba. E poi il grande annuncio: dove andrà ad abitare? A Napoli? A Venezia? A Torino? A Roma? State scherzando? A Ginevra.
Claudio Sabelli Fioretti
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