da Gianni Guasto
Che cosa ci può essere di più drammatico di un matricidio? Che cosa di più irreparabile? Quale esperienza può sconvolgere maggiormente un’esistenza? In una parola: che cosa può esservi di più terribile? E quale e quanto è il dolore che ne consegue? E’ esso pensabile, rappresentabile? O soltanto la follia, attraverso la destituzione del significato delle cose, può consentire all’assassino di sopravvivere in uno stato di torpore o di delirio perenni? E a quale prezzo può avvenire una riflessione lucida sull’accaduto?Che cosa c’è di più intimo, di più personale, di più impubblicizzabile di un dialogo interiore con la propria madre da parte di un matricida?Alla notizia che di una lettera scritta da Erika ad un amico si parlerà a “Porta a Porta”, provo un senso di profondo disagio, di rabbia e di vergogna.Che cos’è questa televisione in grado di corrompere tutto, mettendosi a disposizione di chi voglia farsi pubblicità tanto a buon mercato? Quante sono le vittime della corruzione dei sentimenti privati messa in atto nei talk-show della pornografia degli affetti?Di quale pudore tardivo e farisaico vuole vantarsi Bruno Vespa, dicendo che risponderà in privato alla lettera personale che Erika gli ha inviato?Non gli pesa una notorietà tanto indecente? E quanto ci guadagnerà in share o in euro?
Nessun commento.
Commenti chiusi.