da Primo Casalini, Monza
E’ vero, il cuore è solo una pompa; usiamo il cervello ed i numeri, arida proiezione di un organo arido. Per il congresso di Pesaro, in cui è stato eletto Fassino, hanno votato meno di un terzo degli iscritti ai DS. Nel corso del 2002, sembra che si siano persi 150.000 iscritti. A Bologna, quando vinse Guazzaloca, ogni iscritto portò meno di due voti, oltre il suo. L’Unità, prima della chiusura, vendeva una copia per ogni venti iscritti. Che il centrodestra asserisca che a sinistra è in corso una lotta fra riformisti e massimalisti è naturale; che i grandi giornali nazionali dicano lo stesso, lo è già un po’ meno. Ma che lo dicano D’Alema e Fassino, Violante ed Angius è surreale. Le variabili sono tre, in ordine di importanza: elettori, iscritti, eletti. Gli elettori potenziali li convinci con buoni argomenti, ma non puoi invitarli ad una veglia funebre od a un Domine non sum dignus: se è così, se ne vanno pure quelli che avevi. Ciò detto, tutti i sondaggi, nessuno escluso, dicono che oggi i DS avrebbero il 20% dei voti, contro il 16% delle politiche. E si può crescere ancora. Ma gli eletti dicano almeno grazie a chi, sulle spese sue, continua a dire “Io ci sono” con vitalità intelligente ed incazzosa, come ieri sera a Firenze.
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