da Il Riformista
Con franchezza dissento dall’editoriale del Riformista di lunedì sulla crisi irachena, dal titolo «Ma che può fare Berlusconi?». E nell’occhiello: «Iraq. La spaccatura dell’occidente è il vero rischio di questa crisi». Il riferimento è all’intesa franco-tedesca con cui si prendono le distanze dalla linea di Bush. Anch’io ho provato fastidio nell’assistere alla corsa provinciale dei dirigenti dell’Ulivo a mettersi subito sotto quell’ombrello. Ma se ogni posizione, pure opinabile, che si distacca da quella Usa viene letta come un pericolo e diventa inammissibile in nome «dell’unità dell’Occidente», non c’è altra scelta che seguire sempre, in ogni caso, Bush. Torna una logica, quella dei blocchi, che ebbe un senso (per il Pci fu rovinosa) negli anni della Guerra fredda, ma che oggi non aiuta l’Onu ad assolvere la sua funzione. L’aiuta invece l’Europa, che proprio lunedì ha assunto una posizione propria, che non è quella di Bush né quella franco-tedesca.
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