da Primo Casalini, Monza
L’altra sera a Firenze Cofferati ha utlilizzato frequentemente l’antinomia tradizionale-originale, intendendo per trdizionale il modo attuale di far politica dei partiti e come originale il modo che sarebbe necessario e che si sta costruendo, spesso inconsapevolmente, con le grandi manifestazioni del 2002, e credo anche del 2003.Quando Fassino ha detto che a Piazza San Giovanni c’era tanta “gente nostra”, ha detto una cosa giusta e sbagliata al tempo stesso. Giusta perchè sì, tanti erano iscritti alla Quercia. Sbagliata perchè chiedevano qualcosa che la Quercia non era in grado di dare. Si è puntato in questi anni a sostituire il “pesante” PCI con il partito leggero, ottenendo solo di ottenere un ircocervo (Cosa 2 è il suo giusto nome) con i difetti del partito pesante, ma privo della sua capacità di mobilitazione sociale. In questa situazione, Cofferati fa bene a non accettare le profferte lusinghevoli che gli fanno ogni giorno. Parlare di originale non è fare del nuovismo; è accorgersi che stanno sorgendo modalità completamente nuove, molto più partecipate: la Woodstock per la democrazia è durata più di cinque ore, il Palavobis ed il Palasport sono durati quattro ore. Tempi impensabili in una manifestazione politica tradizionale. Perchè chi tiene il boccino in mano, proprio come in un concerto rock, è il pubblico, che in ogni momento fa capire benissimo come la pensa. Un tale modo di essere io preferisco definire selvatico: non è sinonimo di selvaggio, è il contrario di domestico. Esattamente quello che la nomenclatura, ogni nomenclatura, non ama.
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