da Antonio Sechi, Pavia
Gianluca Freda individua la ragione dell’egemonia culturale della sinistra in Italia in una supposta maggiore apertura (“la capacità di capire, con sporadiche eccezioni, che la cultura non si identifica con una parte o un pensiero politico, fosse anche il proprio”). Singolarissima teoria, una volta che si ricordi, senza pretese di completezza, che la figura dell’intellettuale organico è stata inventata allo scopo di diffondere il pensiero unico marxista, che il dissenso a sinistra ha sempre coinciso con accuse di eresie e scomuniche (un caso fra molti, Ignazio Silone; all’estero, Arthur Koestler), che per molti anni in Italia è stato pressocchè impossibile ottenere una recensione se non si apparteneva ad una precisa conventicola, che i lettori del Giornale di Montanelli venivano aggrediti nei pressi delle edicole e sprangati. O il signor Freda è troppo giovane, o è poco informato (io ho 32 anni, ma faccio qualche sforzo per documentarmi).
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