da Nicola Arcozzi
A Firenze, Cofferati ha lanciato la sua idea per l’opposizione: una rete di nodi autonomi e pari; partiti, girotondi, newglobal e associazioni. L’idea in sè non è nuova, ma nessuno aveva ancora provato a tradurla in pratica, non su questa scala. Da vent’anni ci si alambicca sul modo giusto per riavvicinare i cittadini alle istituzioni e per rendere la società civile protagonista della politica. Nel 2002, per una serie di coincidenze, nell’universo ulivista e di sinistra due o tre milioni di cittadini hanno riscoperto l’importanza di istituzioni e costituzioni, o hanno deciso che la globalizzazione così com’è non gli garbava punto, e si sono messi a fare politica in proprio. Che il centrodestra abbia in uggia questo chiasso, non c’è da stupirsene: stupirebbe il contrario. Ciò che sorprende è il doloroso stupore a centrosinistra: la società civile finalmente si svela, e pare che non sia bella come ce la si aspettava. Sembra che la si volesse più ampia, forse, o meno chiassosa. Già, la si voleva maggioranza, e la si voleva silenziosa.
Da quello che capisco, Nicola la pensa in maniera diametralmente opposta da Manuela (vedi sotto). Come la mettiamo? (csf)
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