da Carlo Annese (http://fuoridalcoro.blogspot.com)
Quasi tutti i giorni sottraggo Il Foglio dalla mazzetta di qualche mio collega, per leggere al volo un paio di rubriche (la Piccola Posta di Adriano Sofri e la Deficiente di Guia Soncini) e rimettere il giornale al suo posto. Il lunedì e il sabato, lo porto a casa. Il lunedì, per recuperare gli articoli migliori pubblicati la settimana precedente dagli altri giornali. Il sabato, per non perdermi la pagina di peripezie della Soncini. Ieri sera, dovendo aspettare 20 minuti il metrò (a Milano, alle undici meno un quarto di sera, i conducenti non si fanno certo intenerire da uno, intabarrato e gocciolante, che arriva sulla banchina di corsa mentre loro stanno chiudendo le porte: le loro sentenze sono senza appello!), l’ho letta col solito piacere, mettendomi spesso a ridere. Ritrovavo me, alcune mie amiche, un paio di mie ex o presunte attuali fidanzate, un certo mondo radical-chic, e qui posso anche metterci un eccetera eccetera. Del Foglio non condivido le idee né il modo di realizzare il giornale: per me, giornalismo è notizia. Così, non mi è facile trovare una definizione per la Soncini. Per qualcuno, incurante della storia, è la “nuova Cederna”. Per me… Ecco, per me è la cazzara di riferimento.
Nessun commento.
Commenti chiusi.